Qui per secoli la tradizione
ha indicato la casa di S.
Francesco. Finché nel
1615 i Frati Minori, con il
contributo finanziario di
Filippo III, Re di Spagna,
la trasformarono in chiesa.
La chiesa è una elegante
costruzione a croce greca,
con una cupola maggiore e
quattro minori sui bracci
della crociera, ispirata al
disegno raffaellesco di Sant'Eligio
degli Orafi in Roma.
L'interno è decorato
da affreschi di Cesare Sermei
e di Giacomo Giorgetti, entrambi
del secolo XVII.
Nell'area della casa paterna
si ricordano due decisivi
avvenimenti della vita del
Santo.
Qui il Signore in un sogno
fece intravedere al giovane
Francesco il suo piano di
predilezione divina.
Qui il giovane, incarcerato
dal padre nel sottoscala,
decise di rispondere alla
chiamata con un gesto evangelico:
la rinuncia all'eredità.
La
casa era a tre piani. A piano
terra il negozio di stoffe
del ricco mercante Pietro
di Bernardone e forse anche
i laboratori e la tintoria.
Al primo piano, il piano attuale
della chiesa, i locali diurni
della famiglia. Al secondo
piano, ora scomparso, le camere
da letto.
La tela del Sermei sull'Altare
Maggiore è quasi all'altezza
della camera del giovane Francesco.
Dal 1400 nei documenti si
parla di una cappella nella
casa di Francesco.
E' ancora conservata la vecchia
strada della città,
su cui si affacciava l'ingresso
della casa dove, come dice
Dante Alighieri: "nacque
al mondo un sole".
Quella strada è dedicata
a Pietro di Bernardone. Vi
si apre un antico locale,
indicato come il fondaco o
negozio dove S. Francesco
fece la sua prima esperienza
di mercante.
Qui avvenne un altro episodio
di generosità: si era
presentato al giovane un povero
a chiedere l'elemosina. Francesco
lo aveva trascurato ed il
mendico se ne era andato.
Ma quando il giovane mercante
si avvide della propria grettezza,
lo rincorse lungo queste viuzze
e gli riversò generosamente
in mano quanto aveva in tasca.
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