Manifestazioni
nei dintorni
Gubbio
CORSA dei CERI
Tutti gli anni
a Gubbio, il 15 maggio, cioè la vigilia
della morte del patrono della città Sant'Ubaldo,
si rinnova l'appuntamento con la tradizionale
e spettacolare corsa dei ceri. Le origini
sono antichissime. Si narra che il giorno
della vigilia del lutto, tutti gli abitanti
di Gubbio in processione devozionale erano
soliti recarsi a visitare il corpo del santo,
salendo verso il Monte Ingino. Le corporazioni
di arti e mestieri offrivano al santo candelotti
di cera, che con il tempo divennero così
consistenti, tanto da essere sostituiti,
nel 1500, da tre strutture in legno agili
e moderne che, più volte ricostruite sono
giunte sino ai nostri giorni. La seconda
ipotesi sull'origine della festa si può
ricondurre all'epoca pagana, e vuole che
le celebrazioni venivano probabilmente dedicate
a Cerere, la dea delle messi, e giunsero
in seguito sino a noi, attraverso secoli
di storia. I ceri, strutture in legno formate
da due prismi ottagonali sovrapposti e rinforzati
da un telaio interno sempre di legno permettono
alla struttura interna lignea di fuoriuscire
alle due estremità. Impressionante il peso
delle strutture che è pari a circa 4 quintali
ciascuno. Nella parte inferiore sono poste
le cosi dette "barelle", che ne consentono
il trasporto a spalla, mentre sulla parte
superiore sono fissate tre piccole statue
che rappresentano i santi protettori delle
corporazioni: Sant'Ubaldo per i muratori(i
ceraioli in questo caso hanno una casacca
di color giallo su pantaloni bianchi), San
Giorgio protettore degli artigiani e dei
commercianti( i ceraioli indossano casacca
blu) e Sant'Antonio sul cero dei contadini
( i ceraioli portano la casacca di color
nero). I ceri vengono decorati la sera prima
della corsa con delle bandierine di color
d'oro a forma di coda di rondine nella parte
superiore e nappe dorate nella parte inferiore,
le quali vengono staccate la mattina del
15 maggio dai ceraioli e conservate come
ricordo. Da sottolineare la grande partecipazione
popolare alla festa, anche se le donne pur
avendo compiti di sostegno e tifoseria accanita
non possono toccare il cero. La mattina
della grande festa i ceraioli, i capodieci
ed i cittadini accompagnano le statue dei
santi in processione per le vie della città,
sino a Palazzo dei Consoli, dove sono custoditi
i ceri ed i ceraioli consumano la tradizionale
colazione con il "baccalà alla ceraiola".
L'alzata dei ceri è il momento più emozionante,
quando i tre capodieci, dopo aver fatto
oscillare le brocche, le lasciano cadere
a terra, mentre la gente corre ad accaparrarsi
un pezzo di coccio come ricordo e portafortuna.
Dopo aver girato per tre volte intorno al
pennone centrale, i ceri vengono posti in
posizione verticale ed inizia la grande
ascesa al Monte Ingino, punto d'arrivo della
folle corsa.
Periodo: 15 maggio
Pagina 1 di 7 >>
|